Santa Pasqua 2013

Carissimi,
è arrivata la Pasqua, è arrivato il momento di cambiare. Non si può più aspettare.
Per cambiare ci sono tante strategie e tante teorie: il Signore ci insegna la strada più sicura, cioè la “strada del volere bene, dell’Amore e dell’amare fino alla fine”.
Il nostro nuovo papa Francesco mi ha sorpreso e fatto pensare quando ha affermato con decisione che occorreva imparare a “custodire” e “amare” coloro che spesso sono alla periferia del nostro cuore. Tutte le persone importanti per noi e a cui vogliamo bene abitano il nostro cuore.
A dir la verità tutti coloro che sono presenti nella nostra vita e con i quali abbiamo un “incontro” passano nel nostro cuore. Alcuni rimangono e diventano colonne della nostra esistenza, altri si fermano per un certo periodo poi se ne vanno. Altri invece escono subito.
Abbiamo allora l’occasione di “rinnovare” il nostro cuore e la nostra vita con l’arte che più ci si addice: quella del voler bene, dell’amare. Prendiamo la decisione di non guardare solo al centro del nostro cuore, ma con coraggio iniziamo a visitare le tante “nostre periferie”.
A noi piace stare al centro del nostro cuore e vedere, riconoscere e amare coloro che vi si trovano e che sono la nostra gioia e la nostra vita. Ma è arrivato il momento di fare un giro in periferia. Lì incontreremo tante persone che sono state importanti, e in un certo senso lo sono ancora. Certo serve tanto coraggio e tanta umiltà per passeggiare nella periferia del nostro cuore. Lì si trovano le persone che abbiamo amato e che ora ci danno fastidio e che ci riaprono alcune ferite, che pensavamo risolte e che in verità non si sono mai chiuse. Passeggiare tra i ricordi, i volti, le situazioni di “periferia” ci aiuterà a guardare alla vita e alle nostre esistenze, come a qualcosa di più grande e in un certo modo “Provvidenziale”. Quello che siamo, come sappiamo amare e gioire, come sappiamo vivere… lo dobbiamo a tutte le persone che sono al centro del nostro cuore, ma anche a coloro che oggi ne abitano la periferia.
Serve tanta disponibilità, ma la Pasqua ci ricorda che nulla nell’esistenza di una persona è accaduto invano. Nessuna amicizia o relazione è, o è stata, inutile. La Pasqua non ci vuole imporre il comandamento del “tornare come prima”, perché non si torna mai indietro al “come prima”.
La Risurrezione di Gesù è infatti la festa di un nuovo inizio, della possibilità di un’altra opportunità. Si può ricominciare una relazione, un’amicizia, una collaborazione in modo diverso, e quindi in modo migliore.
Visitare le nostre periferie del cuore significa rotolare via i grandi macigni che pesano sui nostri cuori, com’è avvenuto il mattino di Pasqua con la pietra del sepolcro di Gesù.
Decidere di “ricominciare a dare una possibilità” significa dare un senso al domani e fare abitare di speranza il nostro futuro. Non significa essere nostalgici del passato o rinnegarlo definitivamente… significa semplicemente “volere bene” con il coraggio di rileggere ogni persona e ogni situazione come “occasione di Grazia e come occasione opportuna” per me e per gli altri: insomma come Provvidenza di Dio.
Quando la vita è dolce, ringrazia e festeggia. E quando la vita è amara, ringrazia e cresci. Occorre avere una spregiudicata fiducia nella presenza amorevole di Dio nella nostra esistenza.
Non perdiamo l’occasione di visitare, con coraggio e decisione, le periferie del nostro cuore. Non aspettiamo mai domani per dire a qualcuno che l’amiamo e che gli vogliamo tanto bene. Facciamolo subito. Noi pensiamo: “tanto lo sa già”. Forse è vero; lo sa. Ma tu ti stancheresti mai di sentirtelo ripetere? Non importa l’ora; alzati e diglielo.
Non guardare chi c’è e non c’è; è il momento giusto, non perdere questa occasione. Prendiamo il cellulare… è finalmente arrivato il momento per un SMS: “Ciao, voglio dirti che ti voglio bene”.
Se poi incontriamo un amico, non fermiamoci a domande di circostanza o battute perditempo, diciamolo: “Ho bisogno di te! Ti voglio bene, grazie…”.
Gesù ci ha amati fino alla fine e non si è tirato indietro: ci ha amati in modo esagerato. Impariamo da lui. Custodiamo le persone care con il nostro amore, la nostra bontà e la tenerezza. Cogliamo questa nuova rinascita pasquale come occasione di nuove possibilità da regalare a noi e a tutti coloro che non amiamo più abbastanza. Riscopriamo il coraggio di camminare nelle periferie del nostro cuore con la voglia di rincontrare volti e situazioni che per varie mancanze di amore e misericordia erano scivolati così lontano.
Concludo con questo brano tratto dai “Racconti di Maktub” di P. Coelho: “L’errante sta camminando nei dintorni, ascoltando la musica dell’acqua. Improvvisamente, una grotta — dietro una cascata – cattura la sua attenzione. Studia le rocce, consumate dal tempo, e guarda attentamente le amabili forme create pazientemente dalla natura. E trova un verso di R. Tagore scritto su una placca: “Non è stato un martello a rendere la rocce così perfette, ma l’acqua, con la sua dolcezza, la sua danza e il suo suono”. Dove la forza può solo distruggere, la gentilezza può scolpire.”
Solo chi si sente amato, è capace di amare fino in fondo.

Ti auguro di sentirti amato/a immensamente da Dio, che non si è mai allontanato dalla tua vita a anche in questa Pasqua ti vuole incontrare, amare e salvare regalandoti pace a gioia. Ti auguro di riscoprire nel Signore Gesù la vera forza che ci permette di amare fino alla fine, in modo esagerato.

Buona Santa Pasqua di cuore.
Don Luigiè risorto!